resurrezione di Cristo - dipinto

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resurrezione di Cristo - dipinto 
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Come per molti affreschi della zona presbiteriale della chiesa claustrale, anche in questo caso si avverte una certa disomogeneità stilistica, imputabile al fatto che Barnardino Luini, titolare e responsabile del cantiere, morì nel 1532, lasciando una prolifica bottega (più tardi guidata dai suoi figli, Aurelio e Giovan Pietro) in grado di riproporre, con una certa fedeltà, il linguaggio del maestro. Se l'esecuzione tradisce qualche caduta di stile, tuttavia bisogna riconoscere che l'orchestrazione compositiva e illusionistrica della Resurrezione di Cristo non può che riflettere un'originaria idea di Luini, che in questo caso preparò i disegni preparatori poi utilizzati dalla sua bottega. 
La parete centrale del vano di destra del presbiterio presenta la Resurrezione di Cristo. Come accade sulla parete di fronte, con l'Orazione di Cristo nell'orto, anche in questo caso l'episodio occupa l'intero spazio a disposizione, vale a dire che la parete è completamente invasa dalla medesima rappresentazione, sia nel settore inferiore, di forma rettangolare, sia nella lunetta in alto. Ciò consente di conferire un senso narrativo, accentuando l'effetto didascalico delle raffigurazioni. Il regista di questa composizione ha inoltre tenuto in considerazione gli ostacoli naturali, tra cui la porta, che avrebbe inevitabilmente generato una certa discontinuità. Il problema è stato invece superato brillantemente: nel paesaggio che contraddistingue l'affresco si viene determinando un rilievo, che sembra quanto di più ovvio. La predilezione per un certo illusionismo è percepibile anche nella presenza, soltanto accennata, di piedi e gambe di altri soldati, come se la scena qui inquadrata fosse soltanto la parte di una composizione maggiore. 
1j570-00022 
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