crocifissione di Cristo - dipinto

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crocifissione di Cristo - dipinto 
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Pittore il cui catalogo è stato ricostruito dalla critica piuttosto faticosamente a causa di vari problemi di identificazione delle opere, Giovanni Demio rappresenta un caso emblematico di maestro "girovago" che, dalla natia Schio, seppe aggiornare il suo linguaggio espressivo, al punto da definire una cifra stilistica personale. Tra i viaggi formativi compiuti da Demio nell'arco di un trentennio risultò fondamentale la frequentazione del contesto veneziano già impregnato di maniersimo toscano (grazie alla presenza in laguna di Francesco Salviati e di Giorgio Vasari), oltre che dei risultati raggiunti da Giulio Romano a Mantova e la visione diretta delle novità centro italiane (l'attività in qualità di mosaicista nel Camposanto di Pisa è documentata nel 1539; nella seconda metà degli anni quaranta Demio sarà anche a Napoli). L'ipotesi di un viaggio a Roma trova conferma nell'analisi delle diverse componenti stilistiche e culturali identificabili nelle pitture eseguite, tra il 1541 e il 1542, per il genovese Domenico Sauli, presidente del Magistrato delle entrate ordinarie a Milano, che aveva ottenuto in patronato la cappella di Santa Maria delle Grazie (in precedenza appartenuta ai Rusca). L'attribuzione a Giovanni Demio dell'affresco e, conseguentemente, delle altre pitture della cappella Sauli, è confermata dalla presenza, nell'angolo in basso a destra della lunetta sinistra con l'Andata a Emmuas, della firma "Johannes Demius de Scledo P.". Anche la pala al centro, però, presenta la sigla "IO. D.", riconducibile certamente al pittore. Dal punto di vista stilistico il dipinto, rispetto alle lunette a alla volta, presenta una maggior eleganza formale, percepibile soprattutto nella carica espressiva delle figure, qui rasserenate e contraddistinte da panneggi meno arrovelati e da un'impostazione più monumentale. La luce, che determina molti contrappunti, può forse risentire delle opere delle opere presenti a Milano di Giovan Gerolamo Savoldo e, più in generale, del contatto con la pittura bresciana. Da sottolineare è anche la straordinaria indagine naturalistica con cui sono resi i due padri domenicani in basso a destra. Lo sfondo è contraddistinto da un'ampia rappresentazione di paesaggio. 
La scena è divisa su due registri: in alto Cristo crocefisso si staglia, solitario e monumentale, contro un cielo attraversato da striature argentee; nella parte bassa della pala, invece, si sviluppa una composizione decisamente più affollata: attorno alla croce prendono posto la Madonna e san Giovanni, mentre ai lati si trovano altre figure, tra cui vari soldati e un personaggio con la spugna imbevuta d'aceto e un secchiello (su cui è presente la firma "IO.D."); sempre in primo piano sono visibili la Vergine e pie donne e, in basso, due padri domenicani. Sullo sfondo si distende un ampio paesaggio, caratterizzato da monti, da un albero e da alcuni villaggi. 
1j570-00084 
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