"1m020-00060" . . . . . . . . . . "Angelo Custode - dipinto"@it . . . . . . . . . . "Un angelo è raffigurato mentre accoglie un'anima del Purgatorio e la porta in cielo. Con la sinistra scaccia un diavolo che tenta di portarla verso l'inferno."@it . . . "Già attribuito a Carlo Innocenzo Carloni (Guida, 1898), il dipinto venne forse concesso dalla fabbriceria del duomo nel 1896 e consegnato l'anno successivo, in occasione dell'inaugurazione del Museo. Esso è identificabile con l'\"anconetta picciola dell'Angelo Custode \" di cui Pietro Ligari parla in una lettera del primo settembre 1750 alla badessa di S. Lorenzo a Sondrio. Considerata perduta dal Bassi (Bassi, 1931), la tela fu erroneamente attribuita dall'Anonimo I, Angelo Ligari, [primi decenni del XIX secolo] al figlio di Pietro Ligari: Cesare che, tra l'altro, eseguì un dipinto di soggetto analogo conservato al Museo di Sondrio. Marco Bona Castellotti (Bona Castellotti, 1981), segnalando l'esistenza di questa copia, ha osservato che non è facile \"stabilire se Cesare abbia preferito trarre ispirazione dall'anconetta di Como, oppure dalla pala quasi identica della chiesa di S. Cristina di Stazzona, oggi a Villa di Tirano [...]. Nè è possibile affermare in che ordine cronologico Pietro abbia eseguito i due quadri; è probabile però che prima abbia compiuto la pala di S. Cristina, più complessa anche se di qualità inferiore all'anconetta di Como, che rivela, nelle pieghe mosse dalle frange della luce e nel volto del demonio, modellato con pennellate rapide, un contatto tra Pietro e il Petrini\"."@it . . . "1m020-00060" .