Teoria di cavalieri guelfi e ghibellini - decorazione pittorica
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Teoria di cavalieri guelfi e ghibellini - decorazione pittorica
Il primo piano dell'ala meridionale del Broletto, che fu costruita nel secondo quarto del XIII secolo, era occupato da un salone molto grande dove si riuniva il Consiglio di Credenza della Città. Le dimensioni di questo spazio erano imponenti: era lungo quasi 52 metri, largo 14 metri e mezzo ed alto 9 m; era illuminato da grandi finestre polifore, il soffitto era a capriate lignee. Questo vasto ambiente restò in uso fino alla fine del XVI secolo quando fu suddiviso orizzontalmente: nella parte inferiore vennero create delle salette, in quella superiore, posta appena sotto il tetto, fu ricavata una soffitta adibita a vari usi fra cui quello di Archivio Storico Civico. Tra il 1944 e il 1946 i documenti e i materiali dell'Archivio vennero spostati e sulle pareti settentrionale e meridionale del sottotetto fu scoperta una decorazione ad affresco piuttosto vasta che, in epoca medievale, ornava le pareti del Salone del Consiglio della Città di Brescia. Nel 1946 i dipinti sono stati discialbati, ripuliti e consolidati dal restauratore Bertelli che mette in luce due strati sovrapposti di affreschi. Il primo, pertinente alla seconda metà del XIII secolo, raffigura una teoria di cavalieri incatenati che escono dalle porte della città facendo riferimento ai diversi provvedimenti presi dal Comune bresciano per allontanare i nobili di parte ghibellina della città nell'ultimo quarto del XIII secolo. Il ciclo rientra nel genere iconografico della così detta 'pittura infamante', che mette alla berlina i nemici politici, stigmatizzandone il comportamento, attraverso immagini di particolare naturalismo e impatto emotivo.
La decorazione pittorica si sviluppa sui due lati lunghi del salone, sovrapponendosi ad altri frammenti pittorici più o meno estesi. Rappresenta una sfilata di cavalieri, ripresi nell'attto di uscire dalle porte di una città medievale e fa riferimento alle lotte fra guelfi e ghibellini che interessarono Brescia sul finire del XIII secolo. Ogni cavaliere è legato all'altro da una catena che gli stringe il collo, ha in mano uno scudo con lo stemma di famiglia ed un cappuccio nero. Sopra le figure, corrono due fasce con iscrizioni: quella inferiore indica il nome e la qualifica pubblica di ciascun personaggio; quella superiore fa riferimento agli eventi storici cittadini. Nella parete di fronte all'ingresso, la teoria si raddoppia e compaiono sotto i cavalieri, gli scudieri, accompagnati da alcuni animali. L'impronta della decorazione è didarscalica, ma non mancano dettagli realistici e suggestive note di costume, soprattutto nella descrizione ta delle vesti, nell'attenzione ai caratteri fisioniomici e nella varietà dei gesti e delle posture.
2k080-00002
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