. . . . "A matita nera e biacca su carta spessa, color grezzo. Riquadrato a matita."@it . . . . "2o060-00194" . . . . "Studio di foglie - disegno"@it . . . "Il disegno è entrato nella collezione Lampugnani in una data certamente anteriore al 1969: nell'album D. 6, infatti, è conservata una foto di questo studio di foglie scattata nel giugno di quell'anno. Una scritta a matita, posta in basso a destra, riferisce il disegno a \"Londonio\". Riccardo Lampugnani ha ripetuto l'attribuzione sul cartoncino di supporto, e ha incollato sotto il foglio la foto di uno studio di contadino con cavallo a carboncino e gessetto bianco eseguito, appunto, da Francesco Londonio. Il confronto non è, però, convincente: il disegno della collezione Lampugnani, tracciato con segno a matita preciso e sintetico, di grande eleganza, sembra assai diverso dai morbidi schizzi a matita di animali, o contadini, o paesaggi che compongono il catalogo grafico dell'artista lombardo (si veda, per qualche esempio, S. Coppa in \"Settecento lombardo\", a cura di R. Bossaglia e V. Terraroli, Milano 1991, pp. 274-276). L'anonimo autore di questo bel foglio lavora, probabilmente, entro il primo quarto del XIX secolo: per l'inquadratura scelta, soprattutto, che esclude ogni indugio descrittivo sull'ambiente circostante e si concentra esclusivamente sul grupppo di erbe, di rami, di foglie e piccoli sassi, studiati certamente dal vero; e sembra memore, nella delicata trasparenza dei lumi di biacca, stesi a sottolineare, sottilmente, le nervature delle foglie e qualche piccolo punto in luce sul terreno, dei modi di certi pittori francesi del settecento: François Boucher, ad esempio (si veda, per confronto, l' \"Etude de chou\" a matita e biacca di collezione privata francese, cat. n° 28, p. 64 in \"Esquisses, pastels et dessins de François Boucher dans les collections privées\", Parigi 2004); o Joseph-Marie Vien (cfr. cat. 17, pp. 54-55, e cat. 34, p. 76 in \"Fragonard et le dessin français au XVIII siècle dans les collections du Petit Palais\", Parigi 1992).\nAl verso del disegno compaiono due scritte a penna: la prima, \"J. A. Boerner 18 - 10 - 18\", è forse da interpretare come un riferimento alla raccolta dell'artista tedesco Johann Andreas Boerner (Norimberga 1785 - 1862), noto come disegnatore e litografo, ma conosciuto soprattutto per la sua attività di mercante e collezionista di stampe e disegni (Lugt 269-270, ed. 1956, pp. 49-50) ; la seconda, \"G. Munch 22 - 3 - 69\", potrebbe indicare il nome dell'ultimo proprietario del foglio."@it . . . . . . "2o060-00194" . . . . .