"figura femminile - scultura"@it . "2p100-01418" . . . "Primitivo Bambara, regione di Bougouni, Mali. Si veda l'expertise di Franco Monti allegato alla documentazione fotografica. Le forme (a partire dalla base che sostituisce la rappresentazione degli arti inferiori) sono quelle dei vasi, anche se qui la figura è piena e non c¿è cavità. Che si \ntratti di una figura femminile si desume dai seni e dall¿acconciatura a \ncinque trecce che la differenziano dall¿analoga figura maschile della Co\nllezione Panza che per il resto, volumi e tratti del volto, è invece molt\no simile. Il viso presenta grandi occhi a chicco di caffè, naso lungo e d\niritto con larghe narici, bocca ellissoidale aperta. Fra le trecce due orecchie in rilevo, ad arco di cerchio. Le braccia scendo aderenti al corpo per poi piegarsi in avanti con le mani a cingere il ventre. Le tracce di sostanze grondanti sulla superficie fanno supporre un uso sacrificale. Se la scultura in legno e quella in metallo sono in Mali e più in generale in \nAfrica una prerogativa maschile, la lavorazione della terracotta è invece\n un ambito prettamente femminile. Solo in pochissimi situazioni, come fra gli Hausa della Nigeria, sono gli uomini a produrre il vasellame, oppure a creare terrecotte figurative lasciando la produzione utilitaria alle donne. Nella maggior parte dei casi non viene fatta alcuna distinzione di principio fra statuaria in terracotta e vasellame e spesso anzi le due cose stanno insieme, la statuaria avendo come base il vaso e il vaso avendo come coperchio, tappo o imboccatura una figura. La lavorazione della terracotta rientra spesso tra le competenze richieste a ogni donna ma può assumere \nanche le caratteristiche di un¿attività professionale specializzata. Ne\nlle savane dell¿Africa occidentale le vasaie sono le mogli dei fabbri, l\na cui attività si trasmette ereditariamente. In Mali l¿arte della terra\ncotta risale indietro nel tempo con testimonianze archeologiche che nel Delta interno del fiume Niger (il triangolo Ke Macina, Mopti, Djenné) hanno\n potato alla luce una statuaria dalla ricca iconografia, forse utilizzata nell¿ambito di culti famigliari e di offerte votive per la guarigione da\n malattie, risalente al IX secolo e che avrebbe avuto fine nel XV per effetto della penetrazione islamica. (Ivan Bargna)"@it . . . . . . . . . . . . . . "Figura femminile"@it . . . . . "Figura femminile rapppresentante l'antenato"@it . "2p100-01418" . . .