. . "Pittore, decoratore, scenografo e ceramista, Pietro Melandri nasce a Faenza il 25 luglio del 1885.\nAllievo della locale Scuola di Arti e Mestieri, allievo di Antonio Berti, appena tredicenne diviene apprendista presso la fabbrica \"Minardi\", di proprietà dei fratelli Venturino e Virginio Minardi, dove rimane fino al 1905. Nel 1906 si trasferisce nel salernitano e lavora come decoratore murale poi, terminato il servizio di leva a Torino, si reca a Milano dove oltre a lavorare come scenografo e decoratore frequenta i corsi serali all'Accademia di Brera e quelli di Arti Applicate al Castello Sforzesco.\nNel 1908 partecipa con alcuni dipinti all'Esposizione Torricelliana.\nRichiamato alle armi nel 1916, torna a Faenza, dopo alcuni mesi di prigionia, alla fine del 1918 e dopo alcuni mesi trascorsi come direttore alla fabbrica \"Minardi\", nel 1919 apre, insieme a Paolo Zoli e Francesco Nonni, la bottega per la produzione di ceramiche artistiche \"La Faience\" dedicandosi con il massimo impegno alla ricerca tecnica e stilistica per il rinnovamento della tradizionale ceramica faentina.\nIl marchio di questo periodo è costituito da un cerchio quadripartito contenente le iniziali M e Z dei due soci e dal quale si dipartono quattro serpentine.\nNel 1920, rotto il sodalizio con Paolo Zoli, ma non con Francesco Nonni con il quale collaborerà fino agli anni Trenta, rileva il laboratorio \"Calzi Ceramiche\" di proprietà di Achille Calzi con sede in via Roma Nuova a Faenza e invita a collaborare con lui Domenico Baccarini e Arturo Martini.\nNel 1921, anno in cui partecipa con alcune ceramiche alla I Biennale di Roma, conosce l'industriale ravennate Umberto Focaccia e l'anno dopo, grazie all'intervento finanziario del Focaccia, acquista i locali già di proprietà della fabbrica \"Minardi\" e fondano la fabbrica \"Melandri-Focaccia\", con sede in Faenza, via Baccarini 29/a.\nInsieme presentano le loro creazioni, marcate con un astore racchiuso in un cerchio e le iniziale F M, alle Biennali di Monza del 1923 e del 1925.\nSempre nel 1925 sono presenti all'Expo des Arts Decoratives di Parigi e nel 1930 alla Triennale di Monza e ottengono un diploma d'onore all'Expo di Barcellona.\nDopo aver collaborato con Giò Ponti alla decorazione degli interni di alcuni grandi transatlantici e di alcune ville lombarde, nel 1931 le difficoltà finanziare costringono il Focaccia a vendere la fabbrica e Melandri, che ottienne una parte della proprietà con ingresso in via Salvolini, nel 1932 si mette definitivamente in proprio.\nCome unico proprietario della manifattura rivoluziona la produzione dedicandosi a lavori lontani dalla tradizione, fortemente innovativi e ispirati alla più ampia sperimentazione.\nNel 1933 partecipa con alcune ceramiche alla Triennale di Milano. \nPremiato alla Triennale d'Arte di Milano del 1936, nel 1937 ottiene un grandissimo successo all'Esposizione Universale di Parigi dove è riconosciuto come il più importante dei ceramisti italiani e dove gli viene conferito il Gran Premio. Nello stesso anno riceve la Medaglia d'Oro al Premio Gaetano Ballardini di Faenza.\nNel 1938, con il Vaso della rosa d'oro, e nel 1939, con il pannello Angelo annunciante, vince il primo premio al Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza.\nIl marchio degli anni '30 è costituito dal solito astore nel cerchio e la sola iniziale M o semplicemente dalla scritta P. Melandri Faenza.\nNel 1944 un bombardamento distrugge la fabbrica e Melandri rimane inattivo fino al 1946 quando riprende i contatti con l'architetto Ponti per il quale realizza dei pannelli ceramici destinati a decorare la nave \"Conte di Biancamano\".\nNel dopoguerra Melandri, con il quale collaborano negli anni i maggiori protagonisti della ceramica del Novecento tra cui: Francesco Di Cocco, Ercole Drei, Carlo Corvi, Giovanni Guerrini, Bruno Innocenti, Carlo Lorenzetti, Domenico Matteucci, Enrico Mazzolani, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Tampieri, da vita ad una ricca ed originale produzione che, pur rifacendosi alla tradizione ceramica faentina, è carica di una forte e pregnante modernità che lo rende, a pieno titolo, uno dei grandi maestri ceramisti del secolo.\nNel 1966 Pietro Melandri partecipa, con una grande mostra antologica, alla Biennale d'Arte Ceramica di Gubbio.\nDal 1969 rallenta la sua attività creativa e lentamente lascia la direzione della ditta ai suoi più stretti collaboratori.\nPietro Melandri, rimasto attivo fino all'età di 86 anni, muore a Faenza nel 1976.\nLa fornace di proprietà di Melandri continua a produrre sui suoi calchi fino al 1983."@it . . . . . . . . "2p120-00080" . . "2p120-00080" . . . . . . . "Statua in ceramica."@it . . . "figura maschile - statua"@it . . . .