"2p120-00087" . . . . . . "pantera ferita - scultura"@it . . . . . . . . . . . . . . "2p120-00087" . . "Donazione fatta da Roberto e Isabella Ubaldi in memoria di Maria Antonia Gianetti che per cinquant'anni esercitò il mestiere di antiquario a Milano, in via Gesù 7.\nLa manifattura di ceramiche artistiche \"Cacciapuoti\" viene fondata a Napoli da Cesare Cacciapuoti, appartenente ad una famiglia di maiolicari campani.\nIl figlio Giuseppe (1828-1896) eredita la ditta intorno al 1880 anno in cui sono esposti, prima a Torino e poi a Milano, alcuni suoi lavori.\nNella fabbrica lavora anche il fratello Ettore che presenta alcune sue ceramiche all'Esposizione di Parigi del 1889.\nAll'inizio del Novecento la manifattura, specializzata in terrecotte ad imitazione del bronzo e del rame, è gestita dai figli di Giuseppe, Cesare (che apre nel 1883 una manifattura in proprio associandosi al fabbricante di stoviglie Schioppa), Ettore e Guglielmo.\nTra i collaboratori di questo primo periodo ricordiamo il pittore Giovan Battista Foschi.\nA cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento collaborano con la ditta pittori e modellatori di altissimo livello tra cui Attilio Pratella e Filippo Cifariello.\nNei primi anni del Novecento la manifattura passa nelle mani di Ettore e Guglielmo che lavorano per rendere la produzione più moderna e competitiva iniziando a produrre lavori in terraglia realizzati a colaggio.\nNel 1906 Ettore lascia la manifattura e si trasferisce a Parigi dove intraprende la carriera di pittore e Guglielmo rileva tutte le quote della fabbrica e la produzione continua.\nNel 1907 i figli di Guglielmo, Mario e Guido si trasferiscono a Treviso dove collaborano con la manifattura ceramica \"Gregory\" e dove conoscono Arturo Martini\nNel 1927 Mario e Guido, in società con Angelo Bignami che si occupa del settore commerciale ed amministrativo, lasciano Treviso e fondano a Milano, in viale Premuda 34, la manifattura di ceramiche artistiche \"Mario Cacciapuoti & C.\" che rimane attiva fino al 1930.\nNel 1930 Mario muore prematuramente e la direzione della ditta resta nelle mani di Guido che avvia la manifattura sulla strada del successo realizzando una produzione di elevata qualità e quantità, sia di modelli che di pezzi.\nTra i ceramisti che lavorano per la manifattura si ricordano: Francesco De Matteis, Giuseppe Granello, Ruffo Giuntini, Silvio Righetto, Giuseppe Renda, Achille D'Orsi e De Martino.\nIn questi anni alcuni modelli a carattere animalista vengono forniti alla manifattura dallo scultore e ceramista Sirio Tofanari.\nEstremamente curata dal punto di vista tecnico la produzione della ditta, che consiste in ceramiche tradizionali e moderne, soprammobili, statuine e figurine in costumi settecenteshi, riceve importanti riconoscimenti alle maggiori mostre italiane e straniere.\nNegli anni a cavallo della seconda guerra mondiale tra i collaboratori della manifattura troviamo G. Y. Elcod.\nNel 1957 muore Guido Cacciapuoti e la ditta continua a produrre grazie all'opera dei soci e degli eredi con l'esclusione del primo figlio di Guido, Cesare (secondo del nome), che apre una sua manifattura, denominata \"Cesare Cacciapuoti Ceramiche\" rimasta attiva a Milano fino al 1962.\nNegli anni Sessanta nel catalogo della ditta vengono introdotti lavori in porcellana.\nLa manifattura della famiglia Cacciapuoti chiude definitivamente i battenti nel 1982.\nNumerose opere della \"Gres d'Arte Cacciapuoti\" fanno parte delle più importanti collezioni pubbliche e private di ceramica italiana del Novecento."@it . . . . "Fiera ferita in metallo dorato e argentato nei modi del Cacciapuoti.\nLa figura è ricoperta in metallo argentato con processo elettrolitico."@it .