Scena pastorale con Angelica e Medoro - dipinto

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Scena pastorale con Angelica e Medoro - dipinto 
Il dipinto, insieme al suo pendant (inv. n. D00034) fa parte del lascito di Pietro Bartolomeo Repossi. I due dipinti, infatti, sono riconoscibili come i due Paesaggi senza cornice della Distinta delle opere lasciate dall'avvocato nel 1854 ed erano esposti in Pinacoteca come sopraporta fino al 1929. L'attribuzione a Pietro Pinnari (o Bianchi) è stata pubblicata da Terraroli (1991, p. 39) sulla base del reperimento della firma su entrambe le opere; tuttavia, come sottolinea lo studioso, non ci sono notizie che possano concorrere a identificare il pittore a meno che lo si identifichi con Pietro Bianchi detto il Creatura, artista romano (1694-1740) "allievo di Baciccia e Luti, ma del quale non si conoscono altre Scene pastorali", mentre la generica attribuzione al Bianchi milanese, ossia a Isidoro Bianchi, dell'Inventario del 1973 pare del tutto insostenibile per motivi cronologici e stilistici. Nella tela raffigurante Angelica e Medoro, l'episodio tratto dall'Orlando Furioso dell'Ariosto è trasformato in una piacevole veduta campagnola nella quale i due personaggi, immersi nelle verdi arborescenze di un ampio pascolo, cedono il passo al bestiame posto in primo piano che mostra taluni caratteri avvicinabili alla pittura del Londonio e riapre la possibilità di cercare altrove, probabilmente in ambito milanese, l'autore di queste due gustose scene bucoliche. 
In una rigohliosa vallata di montagna, mentre gli animali pascolano e si dissetano ad un corso d'acqua, Angelica e Medoro si baciano accanto ad una capanna. 
3y010-00035 
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