Salvator mundi - Cristo salvatore - dipinto

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Salvator mundi - Cristo salvatore - dipinto 
Salvator mundi 
Riconoscibile nel numero 4 della Distinta nella quale erano elencati i beni artistici lasciati dal defunto avvocato Pietro Bartolomeo Repossi nel 1854, il dipinto è descritto come "Testa del Salvatore con cornice dorata ed ornati a pastello". Presente fin dal 1878 negli inventari della Pinacoteca Morcelli è stato riconosciuto parte del lascito Repossi da Maggi. Il Cristo, raffigurato a mezzo busto e in atteggiamento benedicente, riprende prototipi veneti (non solo dei citati Marco Basaiti e Giovanni Bellini citati da Maggi), da Tiziano a Rocco Marconi, in specie desumendo la tipologia da un noto dipinto, più volte replicato, raffigurante Cristo e l'adultera. Non di meno la fortuna del prototipo veneto è testimoniata da molte riprese in ambito italiano. Il dipinto in oggetto mostra caratteri stilistici fortemente accademici la cui persistenza va ben oltre la metà dell'Ottocento; questo pare motivare anche la datazione tarda (tra la fine del XIX e l'inizio del XX) attribuita dal catalogo della Pinacoteca Repossi. 
Cisto è raffigurato a mezzo busto, con lo sguardo rivolto in avanti, verso l'osservatore e la mano destra in atteggiamento benedicente. Indossa una tunica rossa bordata d'oro al collo e sulla spalla sinistra tiene un mantello blu. 
3y010-00090 
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