Annunciazione - Annunciazione - icona

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Annunciazione 
L'iconografia dell'Annunciazione conferma l'importanza della festa, una delle "dodici grandi feste", sempre dipinte nelle iconostasi delle chiese orientali. L'icona dell'Annunciazione del Signore "scrive" la pagina di Lc 1,26-38, pagina che ci introduce nel mistero della salvezza portata all'umanità da Gesù Cristo. L'impianto figurativo della nostra icona è molto sintetico e densamente simbolico: l'arcangelo Gabriele, a destra, sta ritto, di fronte alla Vergine Maria, con un atteggiamento deciso ed equilibrato; il volto, di tre quarti, mostra occhi aperti e bocca chiusa sul mistero della Natività da annunciare; la postura e le pieghe verticali, ben definite, della veste rosso chiaro, rafforzano l'espressione di pace e fermezza: il messaggero è la parola potente di Dio. Con la mano destra, benedicente nel gesto trinitario, Gabriele si indirizza a Maria per salutarla e interpellarla; con la mano sinistra reca una verga rossa, simbolo del suo ruolo di messaggero divino. A sinistra è rappresentata la Vergine Maria, seduta su un trono sontuoso, con i piedi calzati di rosso, che poggiano su una predella: essere seduti significa essere sicuri; avverrà qualcosa di definitivo. La Madre di Dio, in atteggiamento di profondo raccoglimento, vestita di un maphorion di colore rosso vino (il colore della divinità, della regalità), bordato d'oro, e di una tunica di colore azzurro scuro (colore dell'umano) e verde (colore della terra), ascolta l'arcangelo; sul capo e sulle spalle ha tre stelline a fiore che indicano la verginità prima, durante e dopo il parto. I suoi grandi occhi e la bocca chiusa indicano la profondità dell'ascolto, della contemplazione e del mistero, che si riverbera anche nel colore scuro della carnagione (parimenti a quella di Gabriele); la sua espressione esprime il consenso attraverso la testa inclinata, segno evidente della sua umiltà; la mano destra è aperta come gesto di disponibilità e di accoglienza verso il Signore; la mano sinistra regge il Vangelo aperto alla pagina di Lc 1,26-38. Dall'alto, al centro, da un sole d'oro raggiato con all'interno tre stelle (che indicano la Trinità) proviene la colomba -lo Spirito Santo-, il cui raggio scende verso la Vergine. La scena ha come sfondo una grandiosa, sontuosa e fantasiosa architettura, che non rimanda a Nazareth, ma piuttosto al tempio di Gerusalemme; la simbologia architettonica è legata alle metafora con cui la Madre di Dio viene chiamata: "Dimora luminosissima; Palazzo del grande sovrano". I nimbi in foglia d'oro, l'assist finissimo nei raggi e nelle stelle; i particolari a mecca dei tetti, delle finestre, del trono e delle ali dell'Arcangelo impreziosiscono e illuminano la scena. 
L'impianto figurativo è sintetico e simbolico: l'arcangelo Gabriele sta ritto, di fronte alla Vergine; con la mano ds, benedicente nel gesto trinitario, si indirizza a Maria; con la mano sx reca una verga rossa. La Vergine Maria è rappresentata seduta su un trono, con piedi calzati di rosso, che poggiano su una predella. Sul capo e sulle spalle ha tre stelline che indicano la verginità prima, durante, dopo il parto; la mano sinistra regge il Vangelo. 
3y010-01646 
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