La conversione di Saul - Conversione di Saul - dipinto

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La conversione di Saul - Conversione di Saul - dipinto 
La conversione di Saul 
Il dipinto, di cui non si hanno notizie sulla provenienza, è rintracciabile negli inventari solo dal 1943 quando compare con il titolo "combattimento di cavalieri". Enrico Colle, nel 1992, data l'opera nel secondo decennio del decennio e la identifica come "battaglia di Sennacherib". Dall'analisi del soggetto, è più probabile che si possa trattare della conversione di Saul, riconoscibile nel personaggio caduta a cavallo che si copre gli occhi accecato dall'apparizione divina che piomba dall'alto in una nuvola di luce dorata; tutt'intorno è lo scompiglio dei soldati. L'iconografia del dipinto è piuttosto inusuale soprattutto per la posizione scomposta di Saul richiamante lo stesso tema dipinto da Taddeo Zuccari intorno al 1563 e la prima versione della "Conversione di Saul" del Caravaggio. L'attribuzione della tela al Morazzone è difficile da dimostrare sia perchè le fonti non accennano a un soggetto simile sia per lo stile del dipinto. Del morazzone è possibile riconoscere la gestualità delle figure, i capelli e i panneggi, mentre la costruzione spaziale, definita dal forte primo piano delle figure, e lo scorcio maldestro rimanadano, secondo Vito Zani, ad un allievo della scuola del Morazzone, Antonio Mondino, per le affinità stilistiche con il Sant'Antonio Abate nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Masnago e nel Matrimonio mistico della chiesa di Colmegna presso Luino. 
4t010-00047 
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