Studio di donna seminuda seduta - disegno

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Studio di donna seminuda seduta - disegno 
Intorno alla metà degli anni Venti del Novecento, Achille Funi sviluppa nelle sue opere un repertorio iconografico desunto dalla mitologia classica e immerso in un regno spirituale animato da muse, ninfe e fanciulle canefore. La sua ispirazione è indirizzata sempre di più verso la raffigurazione di nudi sensuali, ingigantiti e massificati. Nel dicembre del 1930 le raccolte pubbliche acquistano dalla Galleria Milano, insieme a "Studio di nudo femminile" di Alberto Salietti (inv. 6293 F 20) e a "Paesaggio alberato" di Arturo Tosi (inv. 6754 E 132), il disegno raffigurante lo "Studio di donna seduta". Come osservato da Arnalda Dallaj "in questo foglio si può limpidamente leggere non solo l'interesse per l'antico, inesauribile fonte d'ispirazione dell'artista, ma anche il maturare della sua linea di classicità moderna" (Dallaj 1991). L'opera incarna quegli ideali di solennità e purezza in una ricerca costante di armonia tra uomo e natura attraverso una visionarietà apollinea ed elegiaca della donna. Essa, addolcita da un'impalpabile vibrazione del chiaroscuro e da linee soffici che ne compongono le forme è definita mediante un tratto morbido e veloce di grafite che a sua volta dona grazia e seducente eleganza. Datato da Zeno Birolli al 1924 è stato ricondotto dalla critica intorno al 1930. 
matita di grafite su carta 
4y010-04866 
4y010-04866 

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