. . "Stabilitosi a Milano nel 1930, Giacomo Manzù entra subito in contatto con Persico, Sassu, Birolli e Grosso. Nelle opere di questo periodo l'artista percorre una sottile vena di delicato romanticismo associata a uno spontaneo primitivismo. Egli, inoltre, rivela una particolare attenzione per tendenze europee e per gli Arlecchini di Picasso (Anzani 1985). L'eco picassiano è evidente nel foglio di analogo soggetto del Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco, acquistato dall'artista nel 1933 per le collezioni pubbliche milanesi. In esso Manzù riprende l'atteggiamento malinconico delle opere dell'artista spagnolo e attraverso un delicato chiaroscuro modella la figura con leggere ombreggiature. Queste fuoriescono dal perimetro della maschera e donano all'immagine una maggiore tridimensionalità."@it . . . . . "Arlecchino seduto con chitarra - disegno"@it . . . . "matita di grafite su carta lucida"@it . . . . . "4y010-06805" . . . . . "4y010-06805" . . . . .