Studio di una figura femminile seminuda - disegno
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Studio di una figura femminile seminuda - disegno
Odalisca||Nudo
Luigi Spazzapan si colloca all¿interno del panorama culturale della Torino degli anni Trenta. Fu un artista stilisticamente autonomo, dissidente dagli ideali di "Novecento" e legato da forti legami con il "Gruppo dei Sei". La sua pittura in questo periodo è caratterizzata da un lingueggio più vicino alla grafica degli espressionisti tedeschi e a quella dei più colti movimenti dell¿arte europea degli anni Venti. Nel gennaio 1931 espone a Milano, insieme ad Atanasio Soldati, all¿interno della Galleria del Milione in una mostra di disegni curata da Edoardo Persico. Quest¿ultima è ricordata dell¿artista stesso in un manoscritto non datato con queste parole: "Persico mi organizzò a Milano, al Milione, una mostra di disegni. Fu una novità. Non era costume allora in Italia fare mostre di disegni (eppure divenne moda da allora) mi feci conoscere con quei disegni, dun rabbesco libero di un¿espressione forte, macchie inchiostro violente e poi lavate(i lavis!)" (L. Spazzapan, Spazzapan Racconta, Catalogo generale, a cura di S. Alberti, A. Dragone, Firenze 1981, p. 49). Pertanto da datare tra il 1929 e il 1931 è il disegno "Odalisca", opera realizzata con sottili tratti d¿inchiostro di china acquerellata e di cui si conosce una variante conservata presso la Galleria Civica d¿Arte Moderna di Torino (cfr. P. Fossati. I segni dell'immagine. Il disegno del primo Novecento, in C. Pirovano, La pittura in Italia. Il Novecento/1. 1900-1945, Milano 1992, p. 720 n. 998). La figura riprende un tipico soggetto delle pittura francese, interpretato in questo caso attraverso una deformazione della linea vicina all¿espressionismo tedesco (Pontiggia 1998). La donna è, infatti, creata attraverso uno slancio irrazionale e lirico del tratto, fatto di arabeschi lineari, vortici, graffiti e macchie che trasfigurano e deformano l¿immagine attraverso un effetto di vaporizzazione, quest¿ultimo ottenuto mediante macchie d¿inchiostro che si dilatano sul foglio. "Spazzapan non disegnava mai dal vero: si metteva davanti al foglio bianco, con l¿inchiostro di china stemperato nell¿acqua, con un pennello di martora dalla punta finissima, e lasciava correr la mano al capriccio della fantasia lavorando soprattutto di notte, instancabile, accumulando un disegno sull¿altro a macchie modulate sfumate" (G. Marchiori, Introduzione, in Spazzapan. Catalogo generale a cura di Sandro Alberti e Angelo Dragone, Firenze 1981, p. 7).
matita di grafite, inchiostro di china acquerellato su carta
4y010-11381
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