Ritratto di Vittore Grubicy de Dragon - disegno

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Ritratto di Vittore Grubicy de Dragon - disegno 
Il disegno, omaggio a Vittore Grubicy, artista, mercante e figura chiave nella promozione culturale del capoluogo lombardo, è datato 1905, anno in cui era presente alla Biennale di Venezia insieme a "Il Sospetto! e a "Il Rancore". Fu Gubricy, infatti, a scoprire il talento di Romani che nel 1902 si era trasferito a Milano, e a presentarlo l'anno successivo all'Esposizione Internazionale della caricatura di Varese, dove l'artista espose nove opere grafiche apprezzate dalla critica. Nel disegno, l'uomo cinquantaquattrenne è raffigurato come un saggio profeta, un filosofo dagli occhi ipnotici e dallo sguardo disincantato. Nella rappresentazione del volto, frutto di una ricca analisi fisiognomica, l'artista esprime, attraverso linee sottili, la vecchiaia della figura e l'ampiezza del suo vissuto, con una tecnica che rimanda ai lavori dei maestri del passato, come le caricature di Leonardo o le opere grafiche di Dürer, ma che risente allo stesso tempo dell'influsso delle opere moderne, quali le litografie di Munch, che l'artista bresciano poté osservare su "Emporium" nel 1904, o le opere di Previati, da cui Romani fu influenzato. Il risultato è una struttura dalla forte energia psicologica, in cui la finissima tessitura dei tratti che si declina in infinite sfumature di bianco e nero, invade lo spazio compositivo con forte incisività, e le zone d'ombra esaltano la plasticità del viso (Quinsac 2005). Il disegno, come riportato da Comino, fu riprodotto in "Cronache d'Oro. Rivista Mensile illustrata internazionale" nel 1912 e nel 1914 (Comino 2009). 
matita su carta incollata su cartone 
4y010-25700 
4y010-25700 

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