Sezione della sala nella villa Sardini a Pieve Santo Stefano - disegno
https://w3id.org/italia/lombardia/data/historic-artistic-property/4y010-26618 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/HistoricOrArtisticProperty>
Sezione della sala nella villa Sardini a Pieve Santo Stefano - disegno
Giacomo Sardini, dopo aver ricevuto disegni e suggerimenti da Bianconi per l'ornato della sala della propria villa a Pieve Santo Stefano, continuò ad apportare modifiche, soprattutto nelle specchiature. Uno dei suoi obiettivi era quello di collocare in bella mostra alcuni dipinti già in suo possesso e pertanto anche le partizioni decorative delle pareti dovevano adattarsi a questa preesistenza. Del fatto danno conto sia il contenuto di alcune lettere inviate al committente da Bianconi (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini =AS, cart. 141, nn. 102, 106) sia l'iscrizione che si legge sul disegno in esame. Questa tavola, insieme ad un altro foglio (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,81 r/v) è la base di lavoro proposta dal marchese a Bianconi per la messa a punto del progetto. Bianconi tracciò direttamente sul supporto alcuni dettagli decorativi (ad esempio festoni), mentre le varianti furono eseguite su carta verde pallido applicata al disegno con punti di ceralacca. Si tratta da una parte della decorazione della parete che corre tra le due finestre lungo la ringhiera, variante poi rimossa dal committente, non conservata ma documentata dai residui di ceralacca; dall'altra della modifica dell'ornato dei sopraporta, dapprima pensati in ovato verticale dallo stesso Bianconi (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,96), e poi proposti in forma ottagonale orizzontale affinché "la fascia che corre sotto la mensola sia continuata" (AS, cart. 141, n. 106). Sardini seguirà solo nelle linee generali il progetto di Bianconi e preparerà personalmente il disegno definitivo per la sala (Milano, Collezione Sardini Martinelli, inv. 9,67). La villa fu demolita intorno al 1930.
disegno in scala, conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito a inchiostro nero a penna, principalmente con tiralinee, a mano libera nelle parti ornamentali alcune delle quali stese con inchiostro bruno a penna e acquerellature di inchiostro; il disegno è tracciato su carta avorio e presenta a destra una variante (sopraporta) tracciata a inchiostro bruno a penna e acquerellature di inchiostro su carta verde pallido incollata con punti di ceralacca
4y010-26618
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