Proiezione in pianta del soffitto della sala nella villa Sardini a Pieve Santo Stefano - disegno

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Proiezione in pianta del soffitto della sala nella villa Sardini a Pieve Santo Stefano - disegno 
Dopo una lunga serie di contatti con Carlo Bianconi, interpellato per mettere a punto le idee per la villa a Pieve Santo Stefano, il marchese Giacomo Sardini giunse a definire l'assetto decorativo della sala principale (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,67) e della volta. Bianconi, che si era offerto di dipingere il soffitto già nel 1775, aveva presentato al committente un proprio disegno nei primi mesi del 1778 (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,86), rimasto senza seguito. Sardini provvide a disporre simmetricamente i comparti decorativi del soffitto al cui centro doveva prendere posto un dipinto già esistente (si veda l'iscrizione sul disegno in Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 9,91). Il rettangolo centrale occupato da tale dipinto sarebbe stato sottolineato da campiture rettangolari, probabilmente destinate ad essere integrate dall'intervento di un pittore, e da campiture quadrate agli angoli del rettangolo principale; questo nucleo centrale figurativo doveva essere contornato da una cornice a dentelli cui seguivano, in alternanza una fascia liscia ed un'altra a finti modiglioni e rosette; chiudeva l'ornato una bordura esterna, anch'essa destinata ad ospitare brani figurativi, composta da partizioni rettangolari alternate a mascheroni e con ovali incastonati agli angoli e nelle parti centrali dei lati lunghi. L'articolata superficie del soffitto doveva accordarsi con la restante decorazione dell'ambiente, ampollosamente celebrata dal committente nelle proprie Memorie: "Evvi colà una sala che avea io fatto ornare di stucchi a diversi riquadri di bugne con risalti di fasce e di cornici adattandole in questo modo alle pitture di grottesche sul gusto che dicesi di Raffaello. Esse furono concertate ed eseguite negli ornati dal bolognese Muzzarelli accademico clementino cui aggiunsi il nostro Bertani già mio maestro di disegno affinché ne secondasse la prescritta idea in rapporto alla disposizione delle figure le quali rappresentando in questo luogo destinato ai conviti le deità campestri vi apposi l'iscrizioni Paganalis et Caristiis" (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini, n. 128, Memorie ... M. Teresa Sardini, c. 18). La villa fu demolita intorno al 1930. 
disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee; è eseguito a inchiostro nero a penna, principalmente con tiralinee; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro nero; il supporto sul quale è tracciato è carta avorio con marginatura a inchiostro nero 
4y010-26620 
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