. "disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite è eseguito a mano libera con inchiostro bruno a penna ; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro bruno; il supporto sul quale è tracciato è di carta avorio"@it . . . . . . . . "Nell'\"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro\", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo \"Fontane\" con numerazione \"171\".\nIl disegno è dubitativamente assegnato a Giovanni Battista Montano da Valeria Pracchi (1991, 2a parte) su segnalazione di Anna Bedon e raffigura la fontana di palazzo Orsini (ora Orsini Taverna), ultimata nel 1618 su progetto di Antonio Casoni, così come è riprodotta nell'opera contemporanea di Giovanni Maggi. La fontana è composta da tre vasche e due catini. Questi ultimi sono sostenuti da un balaustro centrale fiancheggiato da due doppie volute; l'acqua, che sgorga dal catino sommitale retto da un telamone e da volute, tracima nei bacini sottostanti.\nLa struttura, in realtà, è dotata di due vasche ed era inserita in un contesto più ampio e spettacolare: come si può vedere nelle incisioni di Domenico Parasacchi (1637) e Giovan Battista Falda (1675) ai lati della fontana si alzavano due muri alla sommità dei quali erano posti due orsi (emblema degli Orsini) che reggevano gli stemmi della famiglia e versavano acqua nel secondo catino.\nLa grafia del presente disegno, simile a quella delle altre fontane riprodotte sui fogli in Milano, Collezione Sardini Martinelli (invv. 6,117a-b; 6,118a), rimanda ad un unico autore che ha copiato fontane riprodotte nelle opere di Maggi e di Parasacchi, in un momento successivo alla data di pubblicazione dell'opera di Parasacchi, cioè dopo il 1637."@it . . . . . . . . "Veduta prospettica della fontana di palazzo Orsini-Taverna a Roma - disegno"@it . . . . "4y010-27300" . "4y010-27300" . . .