stipo

https://w3id.org/italia/lombardia/data/historic-artistic-property/5q030-00115 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/HistoricOrArtisticProperty>

stipo 
Le decorazioni, come avvertiva Alvar Gonzàlez-Palacios, risultano stilisticamente assai prossime ai lavori d'ebanisteria usciti dalle Botteghe Granducali durante la seconda metà del XVII secolo. In particolare gli ornati del nostro stipo sono simili a quelli presenti in due piani di tavoli della Villa della Petraia e in quello appartenente alla collezione Chigi Saracini di Siena. L'arredo fu ricomposto, così come noi lo vediamo, durante il secolo scorso, utilizzando frammenti di tarsie seicentesche. Oltre all'inusuale struttura architettonica, lo stipo presenta delle incongruenze stilistiche nel disegno delle tarsie (forse già facenti parte di un più ampio fregio) e negli ornati a sottili volute che incorniciano gli sportelli centrali (poi riprese anche nel vano interno), più rispondenti al gusto ottocentesco che a quello barocco. Lo stesso lavoro d'ebanisteria risulta, ad un attento esame, assai approssimativo e poco accurato nell'esecuzione delle sue parti, pecche impensabili in un'opera uscita dalle abili mani degli ebanisti granducali. 
Lo stipo, che presenta una struttura molto semplice formata da dieci cassetti disposti attorno ad un vano centrale rivestito di pannelli con finte prospettive alternati a specchi e chiuso da due sportelli, è interamente decorato con intarsi a motivi floreali e animali in legni colorati. 
5q030-00115 
5q030-00115 

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