Orfeo ed Euridice - dipinto

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Orfeo ed Euridice - dipinto 
Questa tavoletta, destinata probabilmente in origine a una collezione privata, fu acquistata da Lochis presso il mercante milanese Carlo Francesco Longhi nel 1835, come indicato quasi unanimemente negli studi sul dipinto, o nel 1844, come riporta Giovanna Brambilla Ranise in un suo recente contributo (2007). Ritenuto inizialmente di Giorgione (Cook, 1900) o di un suo copista (Berenson, Gronau, 1908; Berenson, 1901) o di un allievo di Tiziano (Wickhoff, 1895), il dipinto è stato considerato come opera autografa di Tiziano da Morassi (1930), seguito da Suida (1933) e Longhi (1946), tutti studiosi che hanno messo a fuoco la prima attività del grande pittore cadorino. Riguardo alla datazione la critica si mantenuta sostanzialmente concorde nel ritenere l'opera come una 'primizia' dell'artista con una datazione oscillante da 1506 al 1510, che nell'analisi di Joannides (1991, 2001) giunge fino 1514 per le analogie riscontrate con le "Tre età della vita" di Edimburgo e con l'"Amor sacro e l'Amor profano" della Borghese. Il paesaggio, vero protagonista del dipinto, è concepito con suggestioni dureriane e con richiami alla pittura visionaria di Bosch: l'impostazione spaziale prospettica è sostituita da una costruzione dello spazio per contrasto di masse cromatiche. dinamico e aperto in profondità, come Tiziano attuò per la prima volta nel ciclo della Scuola del Santo a Padova del 1511. Questa osservazione ha fatto collocare il dipinto della Carrara all'inizio del secondo decennio del secolo (L. Attardi in "I grandi veneti", 2010, pp. 94-95). I paesaggi con incendi, di origine nordica, erano molto apprezzati a Venezia e nel dipinto in oggetto Tiziano si cimenta in un genere frequentato anche da Giorgione. 
C0050-00547 
C0050-00547 

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