. . . "Il grande dipinto rappresenta il martirio di Sant'Agata, vergine di Catania, avvenuto nel III secolo durante il governo dell'imperatore Decio. La scena - entro un'architettura classica - è complessa, ricca di personaggi e movimento: sulla destra è la giovane e bella Agata, dalle chiome bionde e la veste candida strappata, aggredita da due sgherri che con grosse tenaglie le stanno tagliando i seni, mentre attorno varie figure guardano e commentano. Sulla sinistra un poderoso centurione, di spalle, con il braccio alzato indica la scena del martirio, che si sta compiendo per ordine dell'imperatore, seduto sullo scanno in secondo piano.\nLa composizione è costruita su una ribalta e poi sviluppata su piani di profondità limitati da quinte di pilastri e tendaggi, secondo tipici schemi tardobarocchi; l'accentuata gestualità, l'espressività dei volti di protagonisti e astanti crea un gioco di rapporti e rimandi di discreta efficacia; il cromatismo è brillante e ben variato, nelle gamme dei blu, dei rossi e dei bianchi madreperlati (che potranno meglio essere recuperati da un intervento di restauro)."@it . . . . . "Martirio di sant'Agata"@it . "F0200-00048" . . "Martirio di sant'Agata - Martirio di sant'Agata - dipinto"@it . . . . . . "Sebbene condotta con qualche incertezza e mancata finitura nel disegno, la pala ha una sua vivacità narrativa e presa melodrammatica per la presenza di molti tipi fisionomici, di atteggiamenti e posture variate. L'autore, di probabile cultura veneta, fa riferimento a modelli aulici di Tiepolo, rivisti da Sebastiano Ricci e dal primo Francesco Guardi, come ad esempio per la figura dell'armigero dall'elmo piumato o per quella del nano col turbante, seduto sulla gradinata, che richiamano precedenti di scene mitologiche ed episodi di storia classica della cultura veneziana dei primi decenni del Settecento"@it . . . . . . . "F0200-00048" . . . . .