Operaio - Forma avviluppata, con una forte tensione alla verticalità, diversi elementi sporgono dal corpo centrale della scultura - scultura

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Operaio - Forma avviluppata, con una forte tensione alla verticalità, diversi elementi sporgono dal corpo centrale della scultura - scultura 
Operaio 
Al XXI° Premio Suzzara (1968) vinse il puledro. Opera da cui emerge un'inquietudine esistenziale, un travaglio plastico, espressi dalle forme sinuose che si alternano ai tagli secchi e dalle superfici lucide che si sovrappongono ai neri opachi. L'artista, nato a Este nel 1927, ebbe come maestro Mastroianni all'Accademia di Bologna: quindi ottenne la cattedra di scultura all'Accademia di Ravenna, dove insegnò fine alla fine degli armi Settanta. Il suo mondo ideale era lo studio nella campagna di Este: ma la sua curiosità spaziava dovunque, sorretta dall'amicizia di critici come Marchiori. Argan, Mazzariol, Malgrado la sua natura problematica. seppe raggiungere esiti del tutto autonomi e originali, senza lasciarsi influenzare nemmeno dagli artisti che più amava (Boccioni e Martini). La partenza di Cortelazzo è sempre stata dalla natura: soprattutto da quella organico-vegetale. Come appare nella fiera essenzialità del "Toro" del 1975, oppure nel volgersi più tormentato delle lamiere nel "Brigantino" del 1974, l'opera di Cortelazzo si pone quale ricerca di un equilibrio tra natura e astrazione, tra semplicità e complessità, tra fermezza ideale e movimento vitale. 
MN120-00418 
MN120-00418 

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