Busto femminile - busto
https://w3id.org/italia/lombardia/data/historic-artistic-property/MN200-00049 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/HistoricOrArtisticProperty>
Busto femminile - busto
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Jacolo Strada definisce i busti come "tre teste di marmo antiche"; Alda Levi (1931) le considera imitazioni romane fatte nel rinascimento; Paul Zanker (1983) invece come antiche. Secondo la restauratrice M.C.Ceriotti il marmo reca i segni della permanenza sotto terra e di una successiva rilavorazione (rifacimento degli occhi, del naso e ritocchi al panneggio). La critica (Fittschen) identifica la donna con Manlia Scantilla, moglie di Didio Giuliano, imperatore nel 193, oppure sua figlia Didia Clara. (Belluzzi A., Palazzo Te a Mantova,1998, p.408)
Il busto conserva il supporto originario integrato da un basamento cinquecentesco di stucco.
MN200-00049
MN200-00049