Leoncini cinesi - scultura

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Leoncini cinesi - scultura 
L'immagine del leone compare in Cina già durante il periodo Zhou, ma non essendo un animale della fauna cinese, la sua effige era una rielaborazione di quella che arrivava da occidente. Solo più tardi, con la diffusione del buddismo in Cina, la sua simbologia fu pienamente assorbita. In particolare, il leone, veniva posto, in coppia, simbolicamente a protezione dei palazzi imperiali e delle sale dei templi. Il "leoncino cinese", in giapponese "karashishi", è definito in Europa Cane di Fo (Fo: buddha), o Foo (Fu: fortuna), per la somiglianza al cane pechinese, che gli veniva data in Giappone nel raffigurarlo. Un leoncino prodotto in porcellana bianca e blu del Museo Chiossone di Genova è attribuito alla produzione di Owari (Seto) della metà del XIX secolo. L'esemplare è pesante e privo di segni di sutura, per cui si ritiene sia modellato e non eseguito a stampo. Seto nel XIX secolo divenne la località più importante per la produzione di porcellana diretta alla capitale. Nello stesso periodo però a Hirado (Mikawachi), vicino a Ise, si produceva a una porcellana molto simile, ma più fine, decorata in bianco e blu, dove si eseguivano anche numerose statuette di laoncini cinesi. In mancanza di un marchio di produzione è possibile ricondurre queste sculture alle citate manifatture di Hirado o di Seto, e in alternativa alle industriose fornaci di Arita, nel Kyushu. 
Statuetta (okimono) in porcellana bianca con particolari in blu sottovetrina rappresentante due leoncini cinesi (karashishi) che giocano. Quello più grande, con la criniera e la coda in blu, tiene sotto la zampa sinistra anteriore quello più piccolo, riverso a terra. 
ST160-00183 
ST160-00183 

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