piatto

https://w3id.org/italia/lombardia/data/historic-artistic-property/T0010-00204 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/HistoricOrArtisticProperty>

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La fabbrica Coppellotti è la più antica di Lodi, esistendo già dal Seicento anche se non sono noti esemplari di quel periodo. L'esponente più importante è Antonio Maria iunior, identificato dal monogramma "AMC" a lettere accostate. La terra utilizzata per la produzione del "biscotto" proviene da Stradella e permette di ottenere dei manufatti estremamente leggeri e sottili, poi smaltati con una miscela ricca di stagno, che conferisce al tatto morbidezza, una superficie uniforme e vellutata, di colore bianco latteo, bainco avorio, grigio perlaceo o grigio azzurro. La cottura era esclusivamente a "gran fuoco", un procedimento che prevedeva due cotture a 950°C: la prima per consolidare l'argilla e renderla in grado di ricevere lo smalto; la seconda per fondere lo smalto con gli eventuali colori del decoro stesi sullo smalto crudo, che in parte li assorbe, non concedendo la possibilità di correzioni. Il numero dei colori era limitato: violetto manganese, rosso di ferro, giallo di antimonio, blu di cobalto e verde ramina, che potevano restistere alle alte temperature. Il blu di cobalto ha la tendenza a diffondersi nello smalto creando delle sfumature azzurre fra i motivi del decoro. I decori più importanti di influenza francese che vengono adottati dalla fabbrica Coppellotti sono quelli a "Rouen" dal nome della città del Nord della Francia e caratterizzati da arabeschi, panneggi, composizioni geometrico-floreali disposte sulla tesa a raggiera e rivolte verso il centro, spesso occupato da una formazione stellare formata dagli stessi motivi. 
Grande piatto a bordo centinato e sagomato con decoro a grande fuoco in stile Rouen. Il bordo polilobato è profilato da un cordone sul quale corre una seri continua di punti e lineette gialle e verdi. Sulla larga tesa rialzata si alternano motivi "a scudo piastrellato" con arabeschi vegetali disposti in perfetta simmetria che coinvolge anche il grande rombo centrale. Crocette con quattro punti, consuete nella produzione lodigiana a "gran fuoco", scandiscono gli spazi fra gli elementi decorativi principali e si ripetono anche sul verso del piatto. La tavolozza comprende tutta la gamma dei colori del "gran fuoco", brillantissimi e stesi con straordinaria nitidezza. Lo smalto uniforma e vellutato, con riverberi metallici e privo di cavillature, testimonia la perizia raggiunta dalle fornaci lodigiane. 
T0010-00204 
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