Sette dormienti di Efeso - Sette dormienti di Efeso nella spelonca - dipinto

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Sette dormienti di Efeso - Sette dormienti di Efeso nella spelonca - dipinto 
Sette dormienti di Efeso 
La tavoletta è una trascrizione puntuale del racconto codificato da Jacopo da Varazze nella Legenda aurea: Efeso, l'imperatore Decio, le persecuzioni e la storia di Massimino, Malco, Marciano, Dionisio, Giovanni, Serapione e Costantino, sette ottimi cristiani, ben in vista alla corte, accusati di non voler sacrificare agli dei, processati, condannati e, per sfuggire alla "vera morte", ritiratisi sul monte Celion e lì murati vivi. L'intento apologetico del racconto è strettamente collegato al tema cruciale della "risurrezione dei morti", essendo la morte una lunga parentesi di sonno, una "dormitio". L'anonimo maestro di scuola emiliana (comunque dell'Italia centrale) - abbia attinto direttamente dal testo di Jacopo (secolo XIII) o dalla tradizione orale - è preciso nel riferimento dei nomi, nella costruzione dell'episodio (anche se manca il particolare della muratura ordinata da Decio, presente in miniature coeve) e nella sua interpretazione allegorica: la condizione dei corpi nell'attesa della risurrezione. La datazione, tenuto conto delle lettere gotiche e della impaginazione "irreale" e "concettuale", oltre che della dimensione del formato, indirizza al secolo XIV e, con qualche ragionevole fondamento, alla sua seconda metà, soprattutto per l'evocazione del paesaggio nel rosso intenso e quasi notturno dello sfondo (un crepuscolo?), nella fila ordinata di alberi a segnare sul monte il confine dell'orizzonte tra il cielo lontano e la terra che racchiude i sepolcri. (nota a cura di E. Fontana) 
U1050-00076 
U1050-00076 

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