Glicine 12 (oppure Santo Spirito) - FIORI, PIANTE - dipinto

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Glicine 12 (oppure Santo Spirito) - FIORI, PIANTE - dipinto 
Glicine 12 (oppure Santo Spirito) 
Nella primavera dell'83 cadono una serie di opere di soggetto floreale: una novità nel corpus della pittura congdoniana che testimonia la varietà dei motivi e delle scelte linguistiche che la connota, e che rende possibile il trascorrere delle rigorose geometrie dei campi alla libertà nel tocco di spatola e nell'incisione qui dimostrate. Nell'aprile dell'89 Congdon torna al motivo floreale con Glicine e Violette. Rispetto all'archetipo dell'83 l'attenzione dell'artista privilegia ora alla percedente essenzialità un più rigoroso e affollato tessuto, secondo il più volte ricorrente assetto della composizoine all-over, in cui il pannello viene uniformemente ricoperto di macchie di colore e percorso da preziose calligrafie incise nel pigmento con la punta della spatola. Il tessuto dell'opera è ulteriormente arricchito dai vuoti che lasciano trasparire il fondo nero. Quest'ultimo, come osserva Licht (1992, p. 57), "traduce l'oscurità feconda dell'imperscrutabile grembo della terra, dal quale germogliano i fiori e il loro fogliame. Il nero, una volta nemico del colore nei quadri di Congdon, espressione del nihil assoluto, che corrompe ed estingue, ora è forza cromatica propria, ha funzione attiva e positiva". 
WG020-00009 
WG020-00009 

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