"1"^^ . . . . . . . . "Vaso cilindrico in terraglia con spalla carenata perpendicolare e bocca a piccolo labbro a cordoncino. Il vaso è ritmato da due anelli a sezione rettangolare che ne dividono la superficie in tre fasce che sono occupate dalla narrazione degli eventi legati alla conquista dell'Abissinia. L'intero vaso è smaltato in monocromia vedere celadon crettato, e le decorazioni sono stilizzate in bassorilievo.\nIl racconto inizia dalla fascia superiore con la partenza per l'Africa: due coppie si baciano; una moglie con il bambino saluta il marito; quattro giovani marinai attendono la partenza. Il viaggio via mare è raccontato nella fascia più bassa, dove due grandi piroscafi si muovono in direzione di un'isola con un grande faro.\nNella fascia centrale vi è un secondo mezzo di trasporto della modernità, il treno che, abbandonata la stazione di Dire Daua, si dirige verso un paesaggio di montagna su cui si legge \"Addis Abeba\"."@it . . "vaso"@it . . "q7010-00098" . . "Il vaso presenta sotto la base la marca incisa e ripassata in nero: \"I Cova/1936/XIV\". L'opera fu creata in occasione della \"VI Triennale delle Arti Decorative e Industriali\" tenutasi a Milano nel 1936 e in tale occasione fu acquistata dal curatore Giorgio Nicodemi per le Civiche Raccolte del Castello Sforzesco.\nAutrice dell'opera è Irene Cova (1902-1992), figlia del garibaldino e industriale cotoniero Giovanni Cova, la quale si dedicò sin da giovane alla ceramica, e nel 1931 decise di aprire una scuola-atelier ancora oggi attiva.\nLe forme, l'elegante grafismo, l'impostazione stilistica denunciano un esplicito rimando ad uno stilizzato arcaismo di stampo novecentesco."@it . . . . . . . . . . . "q7010-00098" . .