. . . . . . . "Il dipinto presenta una notevole qualità esecutiva, avvalorata da un buono stato conservativo, che fa ipotizzare un intervento di restauro realizzato in un'epoca non troppo lontana, del quale però non è rimasta traccia documentaria (si vedano in particolare i ritocchi subiti dagli incarnati). E' stilisticamente riferibile all'area padana, in particolare bolognese, a partire dai decenni centrali del XVI secolo, come rivelano i caratteri del linguaggio manierista, la cromia fredda e l'impaginazione un pò accademica. I riferimenti più prossimi sembrano essere all'attività di artisti quali Tiburzio Passerotti, Domenico Tibaldi, Giovanni Battista Ramenghi detto Bagnacavallo Junior , Ercole Procaccini (cfr. \"Pittura bolognese del Cinquecento\", a cura di V. Fortunati Pietrantonio, Casalecchio di Reno 1986, 2 voll.)\nLe ridotte dimensioni della tavola, il soggetto sacro e la studiata composizione fanno pensare si possa trattare di un bozzetto preparatorio per una pala d'altare. \nSul retro sono presenti diversi bolli in ceralacca i cui emblemi non sono più leggibili, ma che potrebbero fare riferimento alla collocazione in precedenti collezioni di una certo prestigio."@it . "lapidazione di Santo Stefano - dipinto"@it . . . "u5020-00025" . "u5020-00025" . . . . . . . . . . . .